La Corte di Cassazione, Sez. III, con la sentenza n° 32525 del 1 ottobre 2025, si è pronunciata in tema di rilevanza della condotta riparatoria post delictum in relazione ai reati tributari

Nel caso di specie, la Corte era chiamata a pronunciarsi su una vicenda riguardante gli amministratori di una società a responsabilità limitata, condannati in primo e secondo grado per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ex art. 2 del D.Lgs. 74/2000.

Tra i motivi del ricorso la difesa degli imputati aveva richiesto l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. per particolare tenuità del fatto, evidenziando l’avvenuto integrale pagamento del debito tributario mediante adesione alla c.d. “pace fiscale”.

I Giudici della Suprema Corte hanno affermato il principio di diritto secondo cui la condotta susseguente al reato, nello specifico l’integrale pagamento del debito fiscale, costituisce parametro determinante ai fini dell’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

L’integrale pagamento del debito fiscale rappresenta un indice di ravvedimento e di volontà di ristabilire l’equilibrio con l’Erario, precedentemente rotto con la condotta evasiva.