La Corte di Cassazione, Sez. Feriale, con la sentenza n° 33479 del 27 agosto 2024, si è pronunciata in tema di truffa, reato previsto e punito dall’art. 640 c.p., soffermandosi sul contenuto dell’elemento degli artifici e raggiri.

La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi su un caso di truffa, ha precisato quali siano gli elementi costitutivi della condotta fraudolenta posta in danno di un soggetto.

I Giudici, aderendo all’orientamento maggioritario, hanno ritenuto che, affinché sia configurato il reato di truffa, gli artifizi e i raggiri possono consistere anche nel silenzio volontariamente serbato su alcune circostanze da parte di chi abbia il dovere di farle conoscere, quando tale condotta sia risultata idonea a determinare nel soggetto passivo la decisione a prestare un consenso che altrimenti avrebbe rifiutato.

In tal caso, pertanto, l’inerzia o il silenzio possono integrare l’elemento oggettivo del reato di truffa. Sarà, tuttavia, necessario accertare il fondamento e la portata di tale dovere.