La Corte di Cassazione, Sezione V, con la sentenza n° 40500 del 3 ottobre 2019, si è pronunciata in tema di utilizzabilità degli atti di indagine compiuti successivamente alla scadenza del termine di durata delle indagini preliminari ex art. 407 c.p.

Il caso sottoposto all’esame della Corte riguardava, in particolare, la relazione del consulente tecnico nominato dal P.M., depositata dopo la scadenza del termine di cui all’art. 407 c.p.

Secondo i Giudici della Corte sono inutilizzabili le consulenze tecniche, anche se disposte tempestivamente, depositate successivamente alla scadenza del termine di durata delle indagini preliminari. Precisano i Giudici che l’inutilizzabilità riguarda non solo i reati originariamente iscritti nel registro delle notizie di reato, ma anche quelli iscritti in seguito ad integrazione dell’iscrizione originaria.

Sul punto, qualora il Pubblico Ministero, dopo l’iniziale iscrizione, provveda ad una successiva iscrizione relativa al medesimo fatto, sia pure circostanziato in modo differente, sono sempre inutilizzabili le prove acquisite oltre il termine di durata delle indagini preliminari, che decorre, si ricordi, dalla data della prima iscrizione. Le prove acquisite dopo tale scadenza possono essere utilizzate solo se acquisite aliunde nel corso di indagini estranee ai fatti oggetto del procedimento i cui termini sono scaduti, ovvero se provenienti da altri procedimenti relativi a fatti diversi.