La Corte di Cassazione, Sezione II, con la sentenza n° 15735 del 25 maggio 2020, si è pronunciata in materia di appropriazione indebita, prevista e punita dall’art. 646 c.p., con riferimento all’individuazione del momento consumativo del reato.

La Corte è stata chiamata a pronunciarsi in relazione all’appropriazione indebita di un’autovettura noleggiata dall’imputato per la durata di un mese e poi non restituita, nonostante le formali diffide ricevute.

I Giudici della Corte affermano che il delitto di appropriazione indebita è reato istantaneo, che si consuma con la prima condotta appropriativa, nel momento in cui l’agente compie un atto di dominio sulla cosa con la volontà espressa o implicita di tenere questa come propria, con la conseguenza che il momento in cui la persona offesa viene a conoscenza del comportamento illecito è irrilevante ai fini della individuazione della data di consumazione del reato e di inizio della decorrenza del termine di prescrizione.

La Corte ha, altresì, confermato la competenza delle Autorità Giudiziarie dei precedenti gradi di giudizio, essendo stato esercitato il possesso dell’autovettura nel luogo di residenza del ricorrente, ove va ritenuta realizzata anche la condotta appropriativa.