Il Consiglio di Stato, commissione speciale, con il parere n. 1257 del 29/05/2017, è intervenuto in materia di prevenzione della corruzione da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle p.a. e degli enti pubblici economici

Ha affermato che, in tema di schema di Linee guida aventi ad oggetto “Aggiornamento delle Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”, per quanto concerne le misure organizzative per la prevenzione della corruzione, alla luce dell’art. 1, comma 2-bis della 190/2012, l’adozione del Modello 231 è fortemente raccomandata e che le società che decidono di non adottarlo e di limitarsi, quindi, ad adottare le misure integrative anticorruzione dovranno motivare tale decisione.

Nella stessa materia, è intervenuta anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione, con la pubblicazione delle Linee Guida dell’8/11/2017 (determinazione n. 1134). “Tale adozione (n.d.r. del Modello 231), ove le società non vi abbiano già provveduto, è, però, fortemente raccomandata”.

Con specifico riferimento alle società ed agli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, il Consiglio di Stato e l’A.N.A.C. hanno ribadito, in maniera netta, l’importanza di dotarsi preventivamente di un modello di gestione ai sensi del D.Lgs. 231/2001.